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ITINERARIO DI PESCATURISMO: TRA PESCA E MERAVIGLIE COSTIERE
PARTENZA E ARRIVO AL PORTO DI PORTOPALO DI CAPO PASSERO
La cultura del mare e delle sue risorse, la valorizzazione del patrimonio ittico e marino, la difesa delle biocenosi, passano attraverso il Pescaturismo: una attività integrativa a quella quotidiana della pesca che si svolge a bordo di pescherecci o sulle piccole imbarcazioni della pesca artigianale. Nasce inizialmente come opportunità di integrazione del reddito dei pescatori che la praticano, previa autorizzazione, ospitando a bordo delle loro imbarcazioni persone diverse dal loro equipaggio per lo svolgimento di attività turistico – ricreative. In questo modo è possibile osservare le tecniche di pesca professionale o sportiva, l’utilizzo di esche o ami particolari, ma soprattutto si partecipa alla diffusione di una cultura del mare, per una pesca sostenibile che rispetti misure, luoghi, metodologie e tempi di pesca. Il pescaturismo può essere svolto durante tutto l’arco dell’anno, giorni festivi compresi e condizioni meteo-marine favorevoli, in alcuni casi anche in notturna. L’attività è aperta a tutti, anche i minori di 14 anni se accompagnati da un maggiorenne responsabile. Questo itinerario ha come base di partenza il porto peschereccio di Portopalo di Capo Passero, fermo restando che anche tutte altre marinerie del territorio del Gac dei due Mari, sono organizzate per il pescaturismo. L’orario di partenza e di rientro è concordato in base alle esigenze dei turisti e/o alle condizioni meteo-marine. Una volta usciti dal porto ci si dirige verso sud-ovest, in direzione dell’Isola delle Correnti. Il punto di battuta è a circa 2,5 miglia nautiche dal porto. Ammirata l’isola, si volge la prua ad est e si cala a mare il Conzo o Palamito. Si tratta del più antico degli attrezzi di pesca: consta di un numero variabile di ami (massimo 200 per i pescatori non professionisti) che vengono attaccati ad un’unica lenza tramite travette (piccoli pezzi di lenza) e portati a fondo da opportuni piombi. Il Conzo, riconoscibile tramite segnali galleggianti, viene lasciato in mare per un lasso di tempo a discrezione del pescatore. Durante l’attesa, l’imbarcazione dirige la prua verso l’isola di Capo Passero, distante circa 5 miglia nautiche e la circumnaviga lentamente in modo da ammirarla in tutta la sua magnificenza. Successivamente si dirige verso la vecchia Tonnara ed il castello Tafuri (un monumentale edificio di inizio secolo, costruito come residenza estiva dai marchesi di Belmonte). In questo splendida baia è possibile concedersi qualche tuffo. Risaliti a bordo, il capo barca si dirige verso il punto dove è stato calato il Conzo, individuando i galleggianti che ne segnalano la presenza: inizieranno quindi le operazioni di recupero degli attrezzi di pesca e dell’eventuale pescato. Tutto il pesce di pezzatura non idonea, se ancora vivo, viene rigettato in mare: per ciascuna specie vi è la tabella delle misure minime da rispettare, anche se il miglior metro è nella coscienza di chi pesca. L’escursione ha la durata di una o mezza giornata: è possibile anche pranzare a bordo per il numero di persone indicato dalle autorizzazioni rilasciate dall’Autorità Marittima. Il rientro è previsto nel porto di imbarco, a meno di diverse esigenze o particolari necessità.
Fonte GAC dei due mari
http://www.prolocomarzamemi.it/index.php/latest-news/itemlist/user/495-superuser?start=54#sigProId0c0743b75c
ITINERARIO NAUTICO: PORTI E APPRODI TURISTICI
TRA MARINA DI AVOLA E PORTO DI POZZALLO
Una costa così affascinante come quella dei Due Mari è, da tempo immemorabile, meta ambita del turismo nautico e da diporto grazie a piccoli approdi naturali, calette, pontili nati come frangiflutti e utilizzati poi come punti di sosta momentanea, oltre agli splendidi porti turistici ben forniti ed attrezzati per le esigenze di servizio ordinario alla navigazione. A partire dalla parte nordorientale della Terra dei due Mari, individuiamo una delle zone più suggestive per un approdo momentaneo: il porticciolo diMarina di Avola, a ridosso dell’antica tonnara e dell’antico borgo marinaro è costituito da un unico braccio di frangiflutti, che ha creato un’insenatura adatta all’attracco di piccole imbarcazioni. Il porticciolo ha fondo sabbioso e poco profondo. La navigazione verso l’approdo di Calabernardo, nel territorio di Noto, segue una costa bassa e sabbiosa, ricca di spiagge, di villaggi e borghi turistici costieri. La distanza tra i due porticcioli è di 1,73 miglia nautiche. Questo piccolo porticciolo è costituito da due moli di 50 e 20 metri, poco agibile per imbarcazioni di notevoli dimensioni, a causa di bassi fondali che raggiungono nel punto più profondo 1,50 metri. Disponibilità di acqua tramite una fontana e scivolo per piccole imbarcazioni. Da questo porticciolo, la navigazione verso sud costeggia una delle spiagge più belle d’Italia, Calamosche, seguita dalla vista superba dell’Oasi Faunistica di Vendicari, con i suoi pantani, la torre Sveva e la tonnara, per arrivare nel borgo marinaro di Marzamemi. Questo sito merita davvero una visita prolungata. La navigazione copre 7,92 miglia nautiche Nella Borgata di Marzamemi, sono disponibili due porti: La Balata e Porto Fossa. Il Porticciolo piccolo di Marzamemi, La Balata, è protetto da un molo di 150 metri, segnalato in testata da un fanale verde. Dalla spiaggia si protendono alcune banchine galleggianti. Il porto più grande di Marzamemi è Porto Fossa, a poche centinaia di metri dal precedente. E’ capace di ospitare oltre 400 imbarcazioni, fino a lunghezze massime di 55 metri. Entrambi i porti hanno la possibilità di rifornimento carburante, prese per acqua ed energia elettrica, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, servizi igienici e docce. Per arrivare nella punta più a sud d’Europa occorre navigare per altre 8,5 miglia nautiche, lasciando scorrere a dritta una costa eterogenea, che alterna spiagge rocciose a calette nascoste. Il Porto di Portopalo di Capo Passero è formato da un molo di levante di 360 metri e dal molo di ponente di 390 mt. Il porto è principalmente sede della marineria dei pescherecci, anche se non mancano gli approdi per il turismo nautico. Servizi di rifornimento carburante, prese per acqua ed energia elettrica, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, servizi igienici e docce. Inizia adesso il tratto di navigazione più lungo: 17,80 miglia nautiche. Costeggiamo la punta più meridionale della Sicilia, l’Isola delle Correnti, dove l’incontro dei due Mari è sempre spumeggiante. Risalendo la costa, lasciando a dritta l’incantevole spiaggia di Carratois e attraversando Porto Ulisse, è possibile ammirare gli spettacolari faraglioni di Cirica, le lunghissime spiagge di Santa Maria del Focallo, Pietre Nere e di Raganzino per arrivare al Porto Piccolo di Pozzallo. Situato subito a nord del porto commerciale, è protetto da due moli che racchiudono un bacino interamente banchinato e utilizzato da imbarcazioni da pesca, diporto e da mezzi portuali. Ha una disponibilità di 150 posti barca e servizi di rifornimento carburante, prese per acqua ed energia elettrica, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, servizi igienici e docce.
Fonte GAC dei due mari
http://www.prolocomarzamemi.it/index.php/latest-news/itemlist/user/495-superuser?start=54#sigProIdaeb05c1a3e
ITINERARIO NATURALISTICO: RISERVE NATURALI PER BIRDWATCHING
TRA VENDICARI E LONGARINI
L’estrema punta della Sicilia, culla della Terre dei due Mari, è punto di sosta privilegiato per i flussi di volatili che trasmigrano verso nord Europa in primavera per rientrare verso l’Africa in autunno, grazie alla presenza di acqua garantita dalle vaste zone umide che caratterizzano alcuni tratti del territorio. Questi pantani, spesso sono così ricchi di acqua durante la stagione invernale da esserne abbondantemente pieni anche in estate. Tantissime le specie faunistiche osservabili: cavaliere d’Italia, aironi cinerini, cicogne nere, cicogne bianche, fenicotteri, garzette, spatole, mignattai, pernici di mare, ghiandaie marine, gabbiani, sterne, beccacce, falchi di palude, pecchiaioli, anatre, fischioni. L’Oasi Faunistica di Vendicari (territorio di Noto) è un paradiso naturale. Cinque chilometri di percorso tutto da scoprire tra meravigliose spiagge, coste rocciose a picco sul mare, fondali adatti allo snorkeling, una torre fortificata del ‘400, l’antica tonnara recentemente restaurata e l’area umida dei Pantani (grande e piccolo). Un meraviglioso ambiente naturale che ospita centinaia di specie volatili la cui presenza si diversifica in base alla stagione. Alcune specie nidificano in questi posti trovando qui l’habitat naturale perfetto. L’oasi faunistica, infatti, garantisce la tranquillità delle specie essendo protetta da inquinamento acustico e da agenti esterni. L’area naturale è fornita di capanni di avvistamento dislocati sui pantani. Si consiglia l’utilizzo di binocoli per un’osservazione più dettagliata. Proseguendo verso sud, si trovano le Saline di Morghella. È uno dei più grandi pantani del territorio di Pachino: in origine era un bacino idrico, alimentato dalle piogge, fino alla sua trasformazione in salina. Scavate in epoca araba, le saline furono utilizzate fino agli anni ’60 del 1900 e poi dismesse per l’esiguità della produzione rispetto a quelle più ricche della Sicilia nord occidentale. Oggi, questo specchio d’acqua rimane uno dei luoghi privilegiati di sosta per avifauna, in quanto limitrofo al mare. Superata la cittadina di Portopalo di Capo Passero e la sua rada portuale, ci si dirige verso i pantani più meridionali d’Italia: Pantani Ponterio,Ciaramiraro e Baronello. Tra tutti sono i più piccoli. Dei tre, solo il Baronello è ancora collegato al mare tramite un piccolo canale, mentre il Pantano Ponterio, utilizzato in passato come salina, è isolato dal mare, essendosi interrato il canale di comunicazione dopo il successivo abbandono delle attività economiche. Queste zone umide, rientrano nella Riserva Naturale Orientata “Pantani della Sicilia sud – orientale”, istituita nel 2011 con la finalità di tutelare gli ambienti umidi costieri che ospitano popolazioni di uccelli limicoli svernanti e di consentire la sosta e la nidificazione della fauna, valorizzando la vegetazione mediterranea per la protezione degli uccelli acquatici. Il pantano più vasto tra tutti è il Longarini, nel territorio di Ispica: una depressione situata a poche centinaia di metri dal mare, contenente acqua salata. Sin dai tempi dei greci e dei romani, quest’area era utilizzata come porto interno (essendo limitrofo alla costa) a protezione delle navi cariche di merci. Oggi il Pantano Longarini, con i suoi 200 ettari di area lacustre, offre riparo e ristoro a centinaia di specie volatili. Il facile accesso (direttamente dalla strada) permette di ammirare le diverse specie di volatili senza inoltrarsi tra gli alberi e il canneto, in modo da minimizzare il disturbo alla fauna locale.
Fonte GAC dei due mari
http://www.prolocomarzamemi.it/index.php/latest-news/itemlist/user/495-superuser?start=54#sigProIdfa10d3a7c6
ITINERARIO AMBIENTALE: LE SPIAGGE PIU’ BELLE D’ITALIA
TRA SPIAGGIA GALLINA (AVOLA) E RAGANZINO (POZZALLO)
Le Terre dei due Mari si affacciano sul Mar Ionio e sul Mar Mediterraneo. Splendidi litorali sabbiosi, intercalati da calette e promontori, fanno da cornice ad acque cristalline che cambiano colore con l’alternarsi delle stagioni. Una sabbia finissima e silicea forma dune ricche di macchia mediterranea, dove non è raro trovare piante che ben si adattano all’ambiente salmastro e marino. Le spiagge più belle si trovano proprio nelle terre più a sud d’Italia: sono a decine, più o meno piccole, a volte nascoste, racchiuse tra rocce, falesie e grotte, a volte imponenti nella loro estensione quasi a perdita d’occhio. Questo itinerario congiunge, con un percorso unico, alcune tra le spiagge più affascinanti del territorio. A nord est della città di Avola, percorrendo la SS 115 da Avola a Cassibile, si raggiunge Contrada Gallina, da cui la spiaggia prende il nome: si accede attraverso una strada sterrata (segnalata) dalla statale. Percorrendo un sentiero che conduce al promontorio, si raggiunge questa suggestiva spiaggia di grandi sassi bianchi e mare cristallino: 500 metri di litorale sabbioso caratterizzato da un cordone di dune protette da rocce bianche e degradanti sul mare. Le spiagge di Avola sono tutte meravigliose e ben curate: dopo il lungomare cittadino, si arriva alla spiaggia di Pantanello, chiamata anche “Ferro di Cavallo” per la sua particolare forma arcuata, quindi una sosta obbligata è nella spiaggia di Mare Vecchio, prospicente l’antica tonnara, presso il borgo di Marina di Avola. Nel territorio di Noto visitiamo due litorali diversi, affascinanti nella loro morfologia. La spiaggia più settentrionale è quella del Lido di Noto, un tratto di litorale adiacente un delizioso borgo turistico, caratterizzato da una spiaggia di sabbia fine e ambrata, acque cristalline che degradano dolcemente verso il largo. Presenti deliziosi stabilimenti balneari, attrezzati anche per sport acquatici. Per arrivare in questo delizioso paesino di mare si percorre la provinciale proveniente da Avola. Lungo la litoranea c’è la possibilità di parcheggiare l’auto. Percorrendo la provinciale, verso sud, si arriva all’Oasi Faunistica di Vendicari (che è anche Riserva Naturale Orientata): qui si può visitare la spiaggia di Calamosche, definita nel 2005 dalla Guida Blu di Lega Ambiente, la spiaggia più bella d’Italia. E’ una suggestiva caletta sabbiosa larga circa 200 metri, con acque trasparenti e sempre calme, circondata da due promontori rocciosi caratterizzati da una ricca vegetazione litorale, che degradano dolcemente sul mare, regalando anfratti, insenature e fondali per gli amanti dello snorkeling. Si arriva dopo un percorso a piedi di circa 1km dall’accesso secondario della Riserva (dalla strada provinciale Noto – Pachino). Scendendo nell’ultimo lembo d’Europa, la spiaggia più meridionale della Sicilia e d’Italia, è quella che si congiunge tramite un lembo di terra all’Isola delle Correnti, nel comune di Portopalo di Capo Passero. A differenza del nome, che identifica l’incontro tra i due mari e quindi tra le correnti, la spiaggia è racchiusa in un piccolo golfo, che rende spesso tranquille le acque e permette di ammirare lo spettacolo delle correnti. Per raggiungere la spiaggia è necessario superare il paese di Portopalo, la rada portuale e seguire le indicazioni per l’Isola delle Correnti. Ad ovest della spiaggia è presente un parcheggio asfaltato e uno su un pianoro sterrato. Nel Territorio di Pachinonon si può non visitare la spiaggia di Carratois: ci si arriva percorrendo le strade provinciali n.6 e n.8 da Portopalo, per poi seguire le indicazioni Carratois. Straordinario lembo di mare antistante, limpido e quasi sempre tranquillo, protetto a sinistra dall’Isola delle Correnti e a destra da Punta delle Formiche. La spiaggia è libera, ampia e di sabbia finissima. È possibile parcheggiare l’auto tra le stradine limitrofe alla spiaggia. Nei periodi estivi, ma anche in quelli invernali, la spiaggia si popola di appassionati di Windsurf e Kitesurf. Ripartendo a occidente verso il territorio ragusano, attraverso la provinciale che costeggia il litorale, si incontra una lunghissima spiaggia color avorio: è Santa Maria del Focallo, nel comune di Ispica. La spiaggia è libera, facilmente accessibile via strada, attrezzata anche di docce pubbliche. Straordinario il retro duna, ricco di macchia mediterranea. Qualche altro chilometro più a nord ovest si trova Pozzallo: sotto una delle fortezze più antiche di tutta la zona, Torre Cabrera, si sosta in una delle spiagge più belle d’Italia è quella di Pietre Nere. Spiaggia molto ampia a ridosso del lungomare, caratterizzata da lidi e servizi, facile da raggiungere e di libero accesso. A poche centinaia di metri ad ovest da questa si trova un’altra incredibile spiaggia, quella di Raganzino, accessibile direttamente dalla strada che dalla città conduce fino alle zone portuali.
Fonte GAC dei due mari
http://www.prolocomarzamemi.it/index.php/latest-news/itemlist/user/495-superuser?start=54#sigProIdd46f5d1ae3
ITINERARIO ENOLOGICO, VINI DOC: IL MOSCATO DI NOTO
TRA AVOLA E PACHINO: 38 KM
Questo percorso sensoriale si snoda attraverso un territorio che regala storia, cultura, sapori ed emozioni attraverso i suoi monumenti, le bellezze naturali e ambientali, le tracce dell’evoluzione sociale e lavorativa dei suoi abitanti, e soprattutto tramite il rapporto inscindibile tra l’uomo e il suo territorio. Le Terre dei due Mari sono ricche di natura, sole, aria pulita, terra sana e produttiva. È proprio in questa terra così straordinaria che, oltre due millenni fa, nel territorio compreso tra Noto e Pachino, i greci iniziarono a di ondere la coltivazione delle viti con impianto ad alberello. La zona di maggior vocazione, perché terroir unico, ricco di minerali e di acqua, era il declivio collinare che scendeva dolcemente no al mare. Grazie alle caratteristiche del terreno e del clima, gli abitanti di queste terre cominciarono a sperimentare nuove tipologie di coltivazione, selezionando le varietà di uve più resistenti e più gradevoli al palato. La vite e la vendemmia erano il fulcro attorno al quale ruotava tutta la vita delle famiglie. I gesti, i rituali, le tecniche di coltivazione/potatura e la pratica di vendemmia si tramandavano di padre in glio, di generazione in generazione. Ancora oggi, nel territorio compreso tra Noto, Rosolini, Avola e Pachino, si produce uno dei vini più antichi d’Italia: il Moscato di Noto DOC. Prodotto esclusivamente con uve di Moscato Bianco lasciate maturare sulla pianta per aumentare la percentuale di zuccheri, questo nettare regala straordinarie sensazioni palatali grazie alla sua dolcezza. Diventato DOC (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1974, questo vino può essere prodotto nelle tipologie naturale, liquoroso, passito e spumante. Oltre al Moscato, questo territorio produce altri vini DOC, sotto la denominazione Noto DOC: il Noto Rosso e il Noto Nero d’Avola. In un territorio ancora più vasto del primo, che abbraccia i comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e Ispica si produce un altro vino, unico nel suo genere: l’Eloro DOC. Il nome deriva da una delle più antiche colonie greche in Sicilia, il cui sito archeologico si trova su una collina a acciata sul mar Ionio a circa 8 chilometri a sud-est della cittadina di Noto. L’Eloro DOC è un vino ottenuto da vitigni Nero D’Avola, Frappato e Pignatello, vini cati nelle tipologie Rosso e Rosato. Il Nero d’Avola è uno dei vitigni più pregiati per la vini cazione. Fino a un ventennio fa, solo i territori di Ragusa e Siracusa coltivavano questa specie di vite. Per oltre 100 anni, infatti, è stato il “vino da taglio” per eccellenza utilizzato per dare forza ad altri vini rossi, al suo confronto carenti in colore, struttura e grado alcolico. Oggi, il Nero d’Avola si coltiva in tutto il territorio siciliano ma trova la sua vocazione migliore proprio tra le Terre dei due Mari.
ITINERARIO ENOLOGICO, VINI DOC: L'ELORO
NOTO - ISPICA
Questo percorso sensoriale si snoda attraverso un territorio che regala storia, cultura, sapori ed emozioni attraverso i suoi monumenti, le bellezze naturali e ambientali, le tracce dell’evoluzione sociale e lavorativa dei suoi abitanti, e soprattutto tramite il rapporto inscindibile tra l’uomo e il suo territorio. Le Terre dei due Mari sono ricche di natura, sole, aria pulita, terra sana e produttiva. È proprio in questa terra così straordinaria che, oltre due millenni fa, nel territorio compreso tra Noto e Pachino, i greci iniziarono a di ondere la coltivazione delle viti con impianto ad alberello. La zona di maggior vocazione, perché terroir unico, ricco di minerali e di acqua, era il declivio collinare che scendeva dolcemente no al mare. Grazie alle caratteristiche del terreno e del clima, gli abitanti di queste terre cominciarono a sperimentare nuove tipologie di coltivazione, selezionando le varietà di uve più resistenti e più gradevoli al palato. La vite e la vendemmia erano il fulcro attorno al quale ruotava tutta la vita delle famiglie. I gesti, i rituali, le tecniche di coltivazione/potatura e la pratica di vendemmia si tramandavano di padre in glio, di generazione in generazione. Ancora oggi, nel territorio compreso tra Noto, Rosolini, Avola e Pachino, si produce uno dei vini più antichi d’Italia: il Moscato di Noto DOC. Prodotto esclusivamente con uve di Moscato Bianco lasciate maturare sulla pianta per aumentare la percentuale di zuccheri, questo nettare regala straordinarie sensazioni palatali grazie alla sua dolcezza. Diventato DOC (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1974, questo vino può essere prodotto nelle tipologie naturale, liquoroso, passito e spumante. Oltre al Moscato, questo territorio produce altri vini DOC, sotto la denominazione Noto DOC: il Noto Rosso e il Noto Nero d’Avola. In un territorio ancora più vasto del primo, che abbraccia i comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e Ispica si produce un altro vino, unico nel suo genere: l’Eloro DOC. Il nome deriva da una delle più antiche colonie greche in Sicilia, il cui sito archeologico si trova su una collina a acciata sul mar Ionio a circa 8 chilometri a sud-est della cittadina di Noto. L’Eloro DOC è un vino ottenuto da vitigni Nero D’Avola, Frappato e Pignatello, vini cati nelle tipologie Rosso e Rosato. Il Nero d’Avola è uno dei vitigni più pregiati per la vini cazione. Fino a un ventennio fa, solo i territori di Ragusa e Siracusa coltivavano questa specie di vite. Per oltre 100 anni, infatti, è stato il “vino da taglio” per eccellenza utilizzato per dare forza ad altri vini rossi, al suo confronto carenti in colore, struttura e grado alcolico. Oggi, il Nero d’Avola si coltiva in tutto il territorio siciliano ma trova la sua vocazione migliore proprio tra le Terre dei due Mari.
Fonte GAC dei due mari
http://www.prolocomarzamemi.it/index.php/latest-news/itemlist/user/495-superuser?start=54#sigProId6026ebea4d