ITINERARIO ENOLOGICO, VINI DOC: IL MOSCATO DI NOTO
TRA AVOLA E PACHINO: 38 KM
Questo percorso sensoriale si snoda attraverso un territorio che regala storia, cultura, sapori ed emozioni attraverso i suoi monumenti, le bellezze naturali e ambientali, le tracce dell’evoluzione sociale e lavorativa dei suoi abitanti, e soprattutto tramite il rapporto inscindibile tra l’uomo e il suo territorio. Le Terre dei due Mari sono ricche di natura, sole, aria pulita, terra sana e produttiva. È proprio in questa terra così straordinaria che, oltre due millenni fa, nel territorio compreso tra Noto e Pachino, i greci iniziarono a di ondere la coltivazione delle viti con impianto ad alberello. La zona di maggior vocazione, perché terroir unico, ricco di minerali e di acqua, era il declivio collinare che scendeva dolcemente no al mare. Grazie alle caratteristiche del terreno e del clima, gli abitanti di queste terre cominciarono a sperimentare nuove tipologie di coltivazione, selezionando le varietà di uve più resistenti e più gradevoli al palato. La vite e la vendemmia erano il fulcro attorno al quale ruotava tutta la vita delle famiglie. I gesti, i rituali, le tecniche di coltivazione/potatura e la pratica di vendemmia si tramandavano di padre in glio, di generazione in generazione. Ancora oggi, nel territorio compreso tra Noto, Rosolini, Avola e Pachino, si produce uno dei vini più antichi d’Italia: il Moscato di Noto DOC. Prodotto esclusivamente con uve di Moscato Bianco lasciate maturare sulla pianta per aumentare la percentuale di zuccheri, questo nettare regala straordinarie sensazioni palatali grazie alla sua dolcezza. Diventato DOC (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1974, questo vino può essere prodotto nelle tipologie naturale, liquoroso, passito e spumante. Oltre al Moscato, questo territorio produce altri vini DOC, sotto la denominazione Noto DOC: il Noto Rosso e il Noto Nero d’Avola. In un territorio ancora più vasto del primo, che abbraccia i comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e Ispica si produce un altro vino, unico nel suo genere: l’Eloro DOC. Il nome deriva da una delle più antiche colonie greche in Sicilia, il cui sito archeologico si trova su una collina a acciata sul mar Ionio a circa 8 chilometri a sud-est della cittadina di Noto. L’Eloro DOC è un vino ottenuto da vitigni Nero D’Avola, Frappato e Pignatello, vini cati nelle tipologie Rosso e Rosato. Il Nero d’Avola è uno dei vitigni più pregiati per la vini cazione. Fino a un ventennio fa, solo i territori di Ragusa e Siracusa coltivavano questa specie di vite. Per oltre 100 anni, infatti, è stato il “vino da taglio” per eccellenza utilizzato per dare forza ad altri vini rossi, al suo confronto carenti in colore, struttura e grado alcolico. Oggi, il Nero d’Avola si coltiva in tutto il territorio siciliano ma trova la sua vocazione migliore proprio tra le Terre dei due Mari.
ITINERARIO ENOLOGICO, VINI DOC: L'ELORO
NOTO - ISPICA
Questo percorso sensoriale si snoda attraverso un territorio che regala storia, cultura, sapori ed emozioni attraverso i suoi monumenti, le bellezze naturali e ambientali, le tracce dell’evoluzione sociale e lavorativa dei suoi abitanti, e soprattutto tramite il rapporto inscindibile tra l’uomo e il suo territorio. Le Terre dei due Mari sono ricche di natura, sole, aria pulita, terra sana e produttiva. È proprio in questa terra così straordinaria che, oltre due millenni fa, nel territorio compreso tra Noto e Pachino, i greci iniziarono a di ondere la coltivazione delle viti con impianto ad alberello. La zona di maggior vocazione, perché terroir unico, ricco di minerali e di acqua, era il declivio collinare che scendeva dolcemente no al mare. Grazie alle caratteristiche del terreno e del clima, gli abitanti di queste terre cominciarono a sperimentare nuove tipologie di coltivazione, selezionando le varietà di uve più resistenti e più gradevoli al palato. La vite e la vendemmia erano il fulcro attorno al quale ruotava tutta la vita delle famiglie. I gesti, i rituali, le tecniche di coltivazione/potatura e la pratica di vendemmia si tramandavano di padre in glio, di generazione in generazione. Ancora oggi, nel territorio compreso tra Noto, Rosolini, Avola e Pachino, si produce uno dei vini più antichi d’Italia: il Moscato di Noto DOC. Prodotto esclusivamente con uve di Moscato Bianco lasciate maturare sulla pianta per aumentare la percentuale di zuccheri, questo nettare regala straordinarie sensazioni palatali grazie alla sua dolcezza. Diventato DOC (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1974, questo vino può essere prodotto nelle tipologie naturale, liquoroso, passito e spumante. Oltre al Moscato, questo territorio produce altri vini DOC, sotto la denominazione Noto DOC: il Noto Rosso e il Noto Nero d’Avola. In un territorio ancora più vasto del primo, che abbraccia i comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e Ispica si produce un altro vino, unico nel suo genere: l’Eloro DOC. Il nome deriva da una delle più antiche colonie greche in Sicilia, il cui sito archeologico si trova su una collina a acciata sul mar Ionio a circa 8 chilometri a sud-est della cittadina di Noto. L’Eloro DOC è un vino ottenuto da vitigni Nero D’Avola, Frappato e Pignatello, vini cati nelle tipologie Rosso e Rosato. Il Nero d’Avola è uno dei vitigni più pregiati per la vini cazione. Fino a un ventennio fa, solo i territori di Ragusa e Siracusa coltivavano questa specie di vite. Per oltre 100 anni, infatti, è stato il “vino da taglio” per eccellenza utilizzato per dare forza ad altri vini rossi, al suo confronto carenti in colore, struttura e grado alcolico. Oggi, il Nero d’Avola si coltiva in tutto il territorio siciliano ma trova la sua vocazione migliore proprio tra le Terre dei due Mari.
Fonte GAC dei due mari
http://www.prolocomarzamemi.it/index.php/marzamemi/itinerari/item/454-itinerario-enologico#sigProId6026ebea4d