ITINERARIO RUPESTRE

ITINERARIO RUPESTRE: TREKKING

TRA CAVA ISPICA, CAVA GRANDE DEL CASSIBILE, “SCALA CRUCI” E “URVU TUNNU”

Come una fortezza che protegge la costa, si apre l’incredibile morfologia dell’entroterra, caratterizzata da canyon mozzafiato e da ripidissime gole scavate nella roccia che racchiudono e nascondono laghetti di acqua freddissima e cristallina. Non sono solo un esempio di natura selvaggia e incontaminata ma raccontano, nel loro più intimo spazio, millenni di storia ed evoluzione. Sin dal Neolitico, popolazioni autoctone - sfruttando la morfologia delle pareti rocciose, alte e a strapiombo su alvei di torrenti e fiumi - crearono nella roccia centinaia di abitazioni rupestri, collegate tra loro con tunnel, scale, corridoi e camminamenti fino a farle divenire vere e proprie città rupestri. Ciò avvenne in quasi tutte le cave degli Iblei. Cava Ispica e Cava Grande del Cassibile sono due preziose aree archeologiche e naturalistiche.Cava Ispica è una vallata fluviale che si allunga per circa 13 km, da Modica a Ispica. Questa valle, che in alcuni tratti raggiunge anche i 500 metri di larghezza e i 100 di profondità, ospita necropoli preistoriche, catacombe paleocristiane, eremi e chiese rupestri. La parte più facilmente raggiungibile è Parco Forzaposta all’ingresso sud della città ispicese. Gestita dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici e Culturali di Ragusa, oltre al parco archeologico, presenta aree di sosta e un parco attrezzato per bambini. Cava Grande del Cassibile è un incredibile canyon che si sviluppa nella zona centro orientale dell’Altopiano Ibleo, tra i Comuni di Noto e Avola. E’ Riserva Naturale Orientata, gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. La valle ospita una serie di laghetti e marmitte, chiamati localmente “Urvi”, creati dall’incessante scorrere delle acque torrentizie su una spettacolare gradinata del letto fluviale. Cava Grande del Cassibile è un habitat di grande interesse che ospita specie faunistiche e floristiche endemiche. In questa zona crescono rigogliosi, raggiungendo notevoli dimensioni, il Platano Orientale (ormai raro), il salice, il pioppo, nonché uniche e spettacolari orchidee selvatiche. Tra gli animali, spesso capita di imbattersi in volpi, istrici, ricci e qualche rettile, mentre non è rara la nidificazione di rapaci come il Gufo Reale e il Falco Pellegrino. Sono parecchi gli itinerari eco-turistici realizzati all’interno della riserva: ne proponiamo due. L’itinerario chiamato “Scala Cruci” inizia dal Belvedere sulla cava per arrivare ai Laghetti d’Avola. E’ possibile percorrere questo itinerario senza guide autorizzate, poiché tutto il sentiero è individuato e segnalato. Il percorso, di quasi due chilometri, inizia con i gradini della scala per poi arrivare su un sentiero sterrato. Il dislivello tra accesso e fondovalle è di circa 300 metri. Durante il percorso è possibile ammirare, sulla parete opposta da quella da cui si parte, un incredibile anfratto naturale, dentro il quale sono state scavate dai siculi, primi coloni di questi luoghi, decine di grotte rupestri. In seguito, fu più volte abitato da bizantini, arabi (che vi realizzarono la conceria delle pelli, da cui il nome “Cunziria”) fino all’ottocento, quando venne utilizzato come rifugio strategico dai briganti: da qui prende il nome di Grotta dei Briganti. Sulla stessa parete della cava, da cui inizia il sentiero, è possibile arrivare fino ai Dieri, un complesso rupestre di tipo trogloditico, risalente anch’esso al periodo dei siculi (tra il sec. XI e il IX a.C.). E’ formato da una serie di grotte scavate nella roccia e collegate tra loro da cunicoli a gradini: essendo a strapiombo sulla cava, formavano un sistema difensivo davvero inattaccabile. Data la difficoltà di questo tratto di percorso, per raggiungere i Dieri è necessario farsi accompagnare da guide esperte e autorizzate. Alla fine del sentiero di partenza, si arriva ai laghetti d’Avola, straordinari ed unici nella loro bellezza, sempre ricchi di acqua limpida e fresca, luogo di sosta e refrigerio (soprattutto d’estate) dopo una tale scarpinata. Si ricorda che il tempo di risalita del percorso è quasi il doppio di quello in discesa. L’itinerario più a nord, viene chiamato anche “Urvu Tunnu” per l’arrivo ad una marmitta rotonda, scavata dalle acque del fiume Cassibile e situata a fondo valle. E’ un percorso ad anello, con inizio in contrada Turisco, a pochi chilometri a nordovest dal precedente. Non essendo un sentiero tracciato, si consiglia di farsi sempre accompagnare da guide ambientali, autorizzate ed esperte dei luoghi. Il percorso, che attraversa sterrate, mulattiere, sentieri a mezzacosta e di fondovalle con dislivelli che non superano i 150 metri, è comunque adatto a tutti, anche ai camminatori meno esperti. L’arrivo all’Urvu Tunnu, consente una sosta per rinfrescarsi. Si prosegue verso valle, lungo un sentiero a mezzacosta, per risalire dopo circa un chilometro sull’altopiano e ricongiungersi al punto di partenza.

Fonte GAC dei due mari

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