STORIA DI UN BORGO INCANTATO.
Marzamemi è un borgo marinaro distante da Pachino circa 3 km di cui ne è frazione per metà e per l’altra di Noto in provincia di Siracusa. Incerta l’origine del nome, alcuni studiosi sostengono che derivi dall’arabo “Marsà al hamen” che significa Baia delle Tortore, in quanto la zona rappresenta luogo obbligato di passaggio dei piccoli volatili durante le migrazioni.
Alcuni la fanno derivare da Marza-Porto, Memi-Piccolo: Piccolo Porto. La borgata è bagnata dal mare Ionio e il livello è inferiore al mare. Sul Mare Ionio, si incontrano le due isolette di Marzamemi: la piccola, su cui sorge un elegante villino, di proprietà della famiglia del Prof. R. Brancati e la grande, che forma una curva d'entrata nel recente porto formato dalla stessa isoletta e da un braccio di mura a calcestruzzo, che si prolunga nel mare.
Gli abitanti della borgata erano tutti dediti alla pesca, Marzamemi era già molto nota, fin dalla metà del ‘600 per la tonnara, che dopo quella di Favignana (Trapani) era la più importante della Sicilia. Gli abitanti che vivevano stabilmente nella borgata di Marzamemi erano tutti dediti alla pesca ed alla costruzione delle imbarcazioni ed erano tutti oriundi dalle città di Siracusa o dalla vicina Avola di cui ne rispecchiano il costume cittadino, gentile, allegro e vivamente religioso.
Marzamemi è antica quanto la tonnara, era una Regia tonnara eretta sotto dominio spagnolo che nel 1642 fu venduta ai Baroni Calascibetta di Piazza Armerina. Nel 1752 furono costruiti il palazzo del Principe, la chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo e le casette dei pescatori. A metà '800 la tonnara fu rilevata dalla famiglia Nicolaci di Noto, già gabelloti dei Baroni Calascibetta.
Ai primi dell'800 la tonnara di Marzamemi era considerata la migliore tra quelle di ritorno del regno (si dicono di ritorno le tonnare che intercettano i branchi di tonni che “ritornano” a sud dopo aver solcato i mari più a nord, come il Tirreno).
Curiosa fu, verso la fine del secolo, la lotta per il primato nel pescato con il barone Pietro di Belmonte, proprietario della vicina tonnara di Capo Passero. Da allora fu un calo continuo delle attività; col passare del tempo molti dei locali furono adibiti alla salagione del pesce azzurro di piccole imprese artigianali, fino al completo abbandono delle fabbriche, che all’inizio del nuovo millennio si presentavano in condizioni molto degradate. In questi ultimi quindici anni sono state riconvertite in attività ricettive turistiche. Con la nascita di Pachino, nel 1760, ad opera di Gaetano Starrabba, principe di Giardinelli, la tonnara cessò di essere l'unica risorsa economica della zona e Marzamemi divenne il porto da cui partivano i prodotti della terra, prima il cotone e poi il mosto, specie, prima della costruzione della strada ferrata Pachino-Marzamemi-Noto-Avola-Siracusa.
IL NUOVO CENTRO DI LAVORO DEI TONNI.
Nel 1912 a Marzamemi fu costruito uno stabilimento per la lavorazione prima del tonno salato e successivamente del tonno all'olio. La pesca della tonnara fu abbondante fino al 1951, nel 1952 entrò in funzione la Rasiom di Augusta e cominciò il sensibile calo della pesca in tutte le tonnare che erano sette: Santa Panagia - Terruzza - Fontane Bianche - Avola - Bafuto Vendicari - Marzamemi e Capo Passero.
FILM GIRATI A MARZAMEMI.
Sud, di Gabriele Salvatore
Oltremare non è l’America, di Nello Correale
L’uomo delle Stelle, di Giuseppe Tornatore
Kaos, dei fratelli Taviani
Il commissario Montalbano, di Andrea Camilleri
Mario e il mago, di Klaus Maria Brandauer
Cuore Scatenato, di Gianluca Sodaro
L’Iguana, di Catherine McGilvray
Salvatore: Questa è la vita, di Gianpaolo Cugno
I fantasmi di Portopalo, con Beppe Fiorello
"Immaturi"-La serie, con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu
Aenne Burda, di Franziska Meletzky